Moussa non ha mai smesso di cercare la scuola
Quando sua madre annuncia che partirà, Moussa ha 14 anni. È sera. Lei spiega che andrà via con i due più piccoli: la situazione in casa è diventata insostenibile a causa della violenza del padre. Andrà a Dakar, dove proverà a lavorare cucinando per strada. “Voi due rimanete qui, so che se vorrete riuscirete a raggiungermi”, dice riferendosi a Moussa e ad Aliou, 12 anni. È un piano difficile, ma l’unico possibile. Moussa non riesce a immaginare sua madre da sola, in una città che non conosce, con due bambini piccoli e un braccio non funzionante. L’altro, glielo ha rotto il padre. Non curato in ospedale, è rimasto compromesso. Lei però è determinata. E lui, anche.
L’organizzazione del viaggio
Nei giorni successivi, Moussa inizia a mettere da parte piccole somme. Quando riesce, chiama lo zio camionista, si accorda per far partire Aliou. Lo zio lo accompagnerà fino alla frontiera e da lì, un altro camionista lo porterà a Dakar. Poco dopo, parte anche Moussa. Il padre è convinto che rimarrà, e che potrà aiutarlo nel lavoro in cantiere. Ma Moussa ha un’altra idea di futuro. Arrivato a Dakar, trova la madre: si è sistemata in una baracca nel quartiere delle Almadies e ha già iniziato a vendere pasti in strada. È stanca, ma non si è fermata. Moussa e Aliou si iscrivono a scuola. Vengono retrocessi di due classi, perché chi arriva dai villaggi guineani è spesso considerato meno preparato. Protestare non serve. Accettano. Ripartono da lì.
Un ostacolo economico e l’incontro con Janghi

Dopo pochi giorni, gli insegnanti comunicano l’elenco del materiale scolastico da acquistare. Tre giorni di tempo. Senza tutto il necessario, non sarà possibile entrare in classe. Alla libreria, la fattura supera i 30.000 Franchi CFA. I due fratelli hanno solo 2.000 Fr a testa, consegnati dalla madre. È chiaro che non basta, ed è chiaro che non possono chiederle altro. Moussa ne parla con un compagno. È lui a parlargli di Janghi. Alla sede di Ngor-Almadies vengono accolti da Kaba, il referente della zona. Li ascolta, fa domande, parla la loro lingua. Propone loro di partecipare ai corsi pomeridiani di sostegno. Moussa non manca mai. Arriva prima per aiutare Kaba a preparare i tavoli e resta fino alla fine. L’anno dopo, grazie ai corsi e all’intervento diretto di Kaba, Moussa recupera due anni scolastici. Ora è al CM2 e si prepara all’esame di Stato. È tra i migliori della sua classe.
Documenti, ostacoli e determinazione
Quando arriva il momento dell’iscrizione all’esame, il preside pone una condizione: serve l’estratto di nascita. Moussa ce l’ha, ma è rimasto con il padre. Decide di chiamarlo, sperando in un dialogo. Ma la risposta è netta: non solo rifiuta, ma lo minaccia di andare a riprenderlo con la forza. Kaba lo rassicura. Janghi si sta già muovendo per trovare una soluzione legale. Nessuno sarà lasciato solo.
Un incidente e una rete che tiene
LIl 9 maggio 2025, un imprevisto rimette tutto in discussione. Aliou, uscito a prendere l’acqua con due bidoni, viene investito mentre attraversa la strada in moto con un amico. La polizia interviene. Aliou è incosciente. Moussa chiama Kaba. Ancora una volta, c’è. Accompagna Aliou in ospedale, si occupa della mamma, anticipa le spese d’urgenza. Aliou viene operato di notte. Tre giorni dopo sta meglio, ma per essere dimesso occorre pagare 378.726 Franchi CFA. Una cifra impossibile. Janghi ne anticipa 250.000, il resto verrà raccolto attraverso una colletta.

Tornare a scuola, andare avanti
Moussa e Aliou sono tornati a scuola. La madre continua il suo lavoro. I documenti sono in via di risoluzione. Nulla è facile, ma ora c’è una rete attorno a loro. Una rete che ha permesso a Moussa di non interrompere mai il suo percorso. E di non lasciare mai sola la sua famiglia. .